È ricorso quest’anno (per la precisione, il 3 luglio) il trentesimo anniversario della morte di Ales Langer, che si tolse la vita presso Firenze nel 1995, forse per la delusione (dopo tante battaglie per la convivenza interetnica e per la pace nei Balcani dopo la disgregazione della Jugoslavia). Molti gli articoli usciti per l’occasione, molti i libri vecchi e nuovi su di lui. Arrivato all’ecologia e all’idea di una “conversione ecologica” (concetto ripreso anche da papa Francesco), come altri, dalla militanza in Lotta continua, Langer rappresenta tuttora una fonte di ispirazione per chi spera in una utopia concreta fatta di nonviolenza, condivisione, equità. Nato nel 1946 in una famiglia di lingua tedesca a Vipiteno, scelse di studiare in un liceo italiano e promosse fin da giovane il rifiuto di appartenenze etniche esclusive. La sua esperienza in una terra di confine influenzò profondamente il suo pensiero. Costruttore di ponti, saltatore di muri, esploratore di frontiere, «Sapeva – ha scritto tra l’altro Franco Lorenzoni in un lungo articolo uscito il 1° luglio su “Internazionale” – che non esiste un’unica Storia con la S maiuscola, capace di comprendere le tante storie minuscole che abitano regioni vicine e lontane. La sua capacità di abbracciare, mettere a confronto e tenere presenti punti di vista diversi costituiva il suo modo di avvicinarsi alle persone e alle cose del mondo, insieme a una passione per la precisione dei dettagli e per le lingue». La maggior parte dei testi di e su Langer è reperibile sul sito della fondazione a lui dedicata (alexanderlanger.org). Su Raiplay è possibile rivedere un servizio di 50 minuti (“Alexander Langer: l’utopia concreta”). Ricordiamo qui l’importanza del pensiero di Alex Langer con un articolo di Aurelio Angelini.
(Nell’immagine di apertura, Alex Langer – archivio Fondazione Alexander Langer)
La fondazione dei Verdi italiani nel 1986, insieme a Massimo Scalia, Gianni Mattioli e altri intellettuali, rappresenta un momento di rottura paradigmatica nel panorama politico italiano. Langer contribuisce alla definizione dell’identità del movimento attraverso l’elaborazione di una piattaforma che integra la questione ambientale con quella sociale, anticipando di decenni il concetto di “giustizia climatica”.