Il ruolo della Citizen Science nel National Biodiversity Future Center alla luce del primo anno del Tavolo Citizen Science del NBFC, una comunità che oggi coinvolge circa 150 ricercatori e ricercatrici. Educazione alla cittadinanza ecologica, consapevolezza, empowerment e responsabilizzazione ambientale.
Un anno fa, a Palermo, prendeva forma una delle esperienze più ambiziose nel panorama della scienza partecipata in Italia: la nascita del Tavolo Nazionale sulla Citizen Scienceall’interno del National Biodiversity Future Center (NBFC), durante il primo forum nazionale del centro (maggio 2024). L’obiettivo? Coordinare, far emergere e sostenere le numerose iniziative di Citizen Science già attive all’interno dei diversi spoke del NBFC, per costruire un’azione comune, più strutturata e visibile. Ne ho parlato con Andrea Sforzi, zoologo, direttore del Museo di storia naturale della Maremma e coordinatore del tavolo.

«Sin dall’inizio ci siamo mossi per fare una sorta di elenco delle realtà esistenti, dei progetti di Citizen Science già sviluppati da ricercatori NBFC», racconta. «Abbiamo individuato oltre venti iniziative, ma siamo certi che ce ne siano molte altre che potranno confluire nel nostro lavoro nei prossimi mesi».
La logica del tavolo non è stata solo ricognitiva, ma soprattutto generativa. A distanza di dodici mesi, durante il secondo forum nazionale del NBFC tenutosi a Milano a maggio 2025 è stato celebrato il consolidamento di questa rete. La comunità costruita attorno al tavolo oggi coinvolge circa 150 ricercatori e ricercatrici, che partecipano con diversi livelli di coinvolgimento: chi ha già esperienza diretta in progetti, chi è in fase di avvio, chi è mosso da un interesse profondo per le implicazioni educative, sociali e ambientali della scienza partecipata.